ieri ho regalato a Nadia uno dei miei vestiti preferiti, quello di pizzo e velluto con le rose ed era strano vederla girare per la casa vestita così, era un po’ vedere me insomma. Non è salita nella sua stanza in tutto il giorno e mi seguiva come un’ombra: ogni volta che mi giravo era lì a sussurrare le sue frasi interrotte. Bisognerebbe avere un tempo infinito per seguire le loro vite così dilatate e frammentate in luoghi strani. Ogni tanto mi domando perchè ho aspettato così tanto a fare l’unica cosa che so fare, la signora gentile risponde perchè avevi altre cose da fare ma non sono sicura che sia tutto qui. Io sono me stessa, lì. Lo so lo so, è una delle frasi che detesto, una frase alla Va dove ti porta il cuore o alla Cohelo. Ma non trovo un altro modo di dirlo, o almeno non un modo che non suoni come un’accusa a qualcuno o come una recriminazione. Lì rido spesso e sorrido ancora più spesso. Soprattutto capisco, non sempre eh? ma quasi sempre. Lì lavo, stiro, piego magliette, mi scotto facendo da mangiare, come sempre, sotto lo sguardo vigile di Marco che si rifiuta di lasciarmi sola in cucina e che mi dice cosa hai combinato questa volta? Sembrano cose banali una volta scritte. E se dovessi andare avanti probabilmente diventerebbero addirittura stucchevoli. Non le so dire certe cose, mai stata capace. ma che loro mi stanno dando tutot quello che non ho mai avuto..beh, questo posso dirlo eh? tanto poi cancello..:)