ieri sera nel letto pensavo alle cose che non arriverò più a fare. Non che sia un dramma, nella lista non c’erano salvareilmondo e inventareilteletrasporto, credo che quello più rilevante fosse diventaremissitalia e, ammettiamolo, l’umanità se ne farà una ragione. Ma mi stupiva come in apparenza l’età (per i miei coetanei naturalmente) sia una consapevolezza, spesso non felice, ma nella realtà ci si comporti come se non esistesse. In fondo pensiamo ancora che "da grandi" faremo questo o quello, che più avanti poi…, che per ora no, ma dopo…Immagino che sia una fortuna in un certo senso non avere _davvero_ la percezione del tempo e che il carpe diem abbia i suoi vantaggi. Permette l’illusione delle possibilità che non è una consolazione da poco. Io che sono una pragmatica invece ragiono in termini di anni e so di non potere sprecare niente e so anche che non è con le puttanate che tieni a bada l’angoscia del tempo che finisce. Non io, almeno.

ps: il fatto che il mio concetto di non sprecare il tempo comporti fotografare i nanetti di plastica in mezzo ai fiori, poi, è un altro discorso….