Ho scoperto che l’emancipazione ha i suoi vantaggi, oltre che i suoi prezzi. Dopo avere tentato inutilmente per due giorni di far funzionare il telecomando della tv sbagliato (Azzu, le pile le hai cambiate? sì, non sono rincoglionita! Azzu…ma hai controllato che sia il telecomando giusto? Fry! non ho l’Alzheimer eh? se non vuoi venire qui ad aggiustarmelo fa niente, ma non darmi della deficente) , ho anche acquisito la totale padronanza del lettore dvd. Devo dire che c’è un motivo se ho una certa riluttanza a familiarizzare con la tecnologia, che è il contrario di quello che uno immagina (oh tesoro, sai che non ci capisco nulla di queste cose, fai tuu…) : è che mi affascina. Infantilmente. Ho passato ore a giocare con le suonerie del cellulare e il solo termine "opzioni" mi mette in uno stato di eccitata aspettativa . Ed infatti, come temevo, ho sprecato ore a provare tutti i tasti del telecomando. Ho guardato pezzi di film con i sottotitoli in giapponese, pezzi di film in lingua originale inglese (credo fosse inglese) , ho zoomato, ho approfondito la parte sui capitoli, ho fatto delle finte con il pause, insomma ho fatto tutto. Però poi mi sono guardata Rebecca la prima moglie, tutto, in pace, due volte, piangendo nelle scene in cui si doveva piangere e così concentrata che non mi sona accorta che Cleo e Chicca mangiavano la fetta di panettone che avevo in mano, una da una parte e l’altra dall’altra. Mi sento pronta per avere la mia personale rubrica di critica cinematografica. La protagonista di Rebecca assomiglia a Mv…parla con la stessa identica voce, e dipinge (*ha preso bravissima in Ritratto del signor De Winter vero signora azzurra?* sì, mv) lui invece assomiglia ad un’altra persona ma non dirò a chi nemmeno sotto tortura. E’ un bel film, guardatelo.