Chissà perchè per spiegare i sentimenti semplici si cercano sempre parole difficili. C’è questo Aquilone che ha scomodato termini e concetti complicati per spiegare una cosa semplice: le persone che ci scrivono si vogliono bene e provano dell’amicizia. C’è un uso smodato di queste espressioni nella vita vera e virtuale, a patto che si sappia che non sono reali, che sono rappresentazioni, code di pavone richiudibili in qualunque momento. Ma di fronte all’amicizia vera scatta una specie di incredulità e di sgomento: non può essere quello, ci deve essere una spiegazione etologica, sociologica, antropologica qualcoslogica insomma. Che l’amicizia possa nascere in maniera sommessa, lenta, senza dimenamenti da tarantola e quasi senza intenzione, pare cosa inverosimile. E da sviscerare. Ma da sviscerare c’è poco. A volte si trovano persone belle, tutto qui. O forse farei meglio dire persone alle quali importano le stesse cose che importano a te: è un caso, una fortuna. E, per me, sicuramente una consolazione:)