Io mi accanisco contro le persone stupide ma in fin dei conti non è la stupidità che mi turba, sono le persone brutte. Uno non lo vuole ammettere che esistono perchè fa un po’ razzista e poi la mia generazione è quella non esistono gli stronzi ma solo le vittime. Siamo la generazione delle notti passate a discutere sul libero arbitrio, con il meraviglioso mondo della psicologia sociale improvvisamente spalancato davanti a noi, e quelle di Freud anche, e quello di Marx anche. Causa-effetto, non è un meccanismo che capiscono solo i biologi ed i fisici:) Eravamo una generazione di taumaturghi, avremmo curato l’infelicità e la bruttezza con la rivoluzione, la grettezza con i sogni, l’avidità con la solidarietà.  Se non potevi modificare le condizioni che ti avevano fatto biondo con gli occhi neri, potevi modificare quelle che ti rendevano  brutto dentro. Col tempo impari che forse è così, ma con dei limiti. Al dentro non puoi fare più di tanti lifting di quelli che fai al fuori, e con risultati altrettanto precari ed effimeri. Se dentro sei brutta, raggrinzita, povera…non ci sono incantesimi nè cure. Non penso sia nemmeno una questione di materiale di partenza, forse è solo talento. La creta nelle mie mani è solo un po’ di terriccio umido e puzzolente, e non è mai diventato altro. Le note, che io provi a suonare, a cantare, anche solo ad ascoltare, mi sfuggono incomprensibilmente e rimangono sgraziato rumore. *Anche la pittura, signora azzurra* Già, Mv:)  Forse c’è un tocco anche per i nostri pensieri e sentimenti, forse c’è chi li tocca e diventano aggraziati, ariosi, estroversi. E chi invece, nonostante il belletto, rimane vittima della sua acrimonia e del suo credersi il centro del mondo, ma senza quella spensierata gaiezza dei naricisisti e piuttosto col querulo e molesto pigolio di chi si crede un centro non abbastanza riconosciuto, amato, apprezzato. Sono persone triste e chissà perchè mi fanno pensare ai bonsai.