Le persone molto spesso riescono ad essere incredibilmente noiose. Cominciano descrivendoti in dettaglio cosa hanno fatto nelle ultime giornate e, fortunatamente, non pretendono che tu faccia lo stesso con loro – e ciò la dice lunga su quanto possa essere interessante un tale tipo di discorso. Poi si passa alle domande di rito che cambiano a seconda della situazione e dell’interlocutore ("come stai?", "da quanto tempo sei qui?", "bel tempo eh?"). Poi, se riesci a svincolarti dalle loro domande banali, ascolti le Persone Noiose parlare fra di loro. In genere le conversazioni vertono sulle serate passate in precedenza con gli altri Noiosi e di quelle allegre situazioni capitate in queste serate in cui l’unico obiettivo che si cerca disperatamente di raggiungere è "divertirsi". Il divertimento per le Persone Noiose consiste nell’annoiarsi a morte ma non ammetterlo, come invece farebbero le persone normali e per bene. L’annoiarsi a morte va spesso a braccetto con la folla, quindi le Persone Noiose cercano di stare con più gente possibile secondo l’errata equazione "gente=divertimento". Inoltre i Noiosi hanno bisogno anche di bere molto perchè altrimenti capita che nella loro mente faccia capolino l’idea che tutto quello che hanno fatto finora è una stronzata e che forse, sì, si stanno annoiando a morte. Poi, per carità, magari capita a volte che si divertino davvero grazie alla loro comicità autoreferenziale (cioè ogni sera si esce e ci si annoia e per divertirsi si ricordano i piccoli particolari delle serate noiose precedenti) però la maggior parte del tempo le Persone Noiose la passano fissando il vuoto e ridendo per delle stronzate. Inoltre gli unici spunti interessanti che possono offrire le conversazioni vengono immediatamente castrati perchè i Noiosi sono lì per divertirsi, mica per annoiarsi. Il problema viene quando una persona normale e per bene esce con i Noiosi: sono loro, infatti, ad annoiare lei con i loro discorsi divertenti. Io, ad esempio, che mi ritengo una persona normale, sono stato costretto più volte dalle circostanze a divertirmi con loro e mi son chiesto sempre se quella patina di tristezza e di noia che circondava la serata non fosse presente per causa mia. Ma oggi ho avuto la definitiva risposta: no. E posso fugare ogni dubbio sul fatto che io sia una persona normale: l’ultima volta che ho riso fino alle lacrime è stata quando ho citato Ionesco in un discorso su Locke.

Ok, non ho mandato giù che stasera sono uscito, tra gli altri, assieme a una sociologa che dopo 2 minuti mi ha detto di sua spontanea volontà prima ancora che io potessi pronunciare la parola sociologia, "no dai, stasera non voglio parlare di studio". Studio? Studio?!? Idiota, non è studio, è la vita. Quella.