Mi commuovono quelle persone che ti mostrano la loro vita con l'orgoglio e la tenerezza di una madre che ti mostra il figlio, magari l'ultimo magari quello malato, e c'è nel loro sguardo quella feroce difesa della sua bellezza, perchè non è vero che l'amore di una madre è cieco, deve avere la vista di un'aquila l'amore di una madre. 
E mi commuovono quelle persone che ti mostrano ogni luogo, oggetto, persona della loro vita con l'apprensione di chi ti mostra qualcosa di estremamente fragile e prezioso, quasi come se perfino un tuo sguardo distratto potesse sciuparlo ed offenderlo e tu potessi non capire il privilegio di quel momento e sprecarlo.

Ci sono voluti esattamente sei anni perchè ieri sera G. mi dicesse buonanotte manuela. I pazzi e le parole, non è facile capirli, perchè ognuno di loro ha un legame intimo e personalissimo con le parole e magari sembra anche che non le temano finchè non dici quella sbagliata.
Alcuni parlano ininterrottamente e diresti che non ci fai più caso, fino a quando non dicono una parola diversa e quella la senti, stride come una nota stonata in un pezzo che ascolti distrattamente ogni giorno, quella ti fa interrompere ciò che stai facendo e girarti. 
G. non usa i nomi propri.  Porta da mesi di nascosto la sua cena a Cleo ma la chiama la cagnetta.