Avrei potuto passare la vita a tentare di fare pace con quella tua figlia così lontana da quella che avresti voluto e forse in questo modo ti avrei in parte risarcita, avessi mostrato dispiacere o finanche compassione per lei ti sarebbe bastato forse non è vero? Fossi stata incerta, ripiegata su me stessa, avessi avuto addosso quell’odore di fallimento avrei alla fine avuto la tua benevolenza se non proprio il tuo perdono. Ma ho molto più istinto materno di te e quella figlia era la mia preferita e questo no, non potevi accettarlo. Vinta, mi avresti amata, a modo tuo; ma non è andata così.

Mamma, mamma, questo è il mio destino
stare sopra il tetto a sonà il violino,
dillo a babbo, dillo alle sorelle
se nessuno sente, sòno per le stelle;
dillo a babbo, dillo alle sorelle
sòno per me solo, sòno per le stelle.

Questa canzone che mi piace così tanto, no? Allora pensavo che il senso sta tutto in questa frase, "dillo a babbo dillo alle sorelle". Ma forse lo capiscono solo i violinisti sul tetto:)

Ed insomma, questo Facebook rispunta in un articolo sul giornale, in un intervista in tv, sui blog. Premettiamo, io non sono contraria alla frivolezza ed al cazzeggio, tutt’altro, mi sono letta per anni i fotoromanzi e nemmeno li nascondevo all’interno dell’Unità e non mi sono persa un test di Cosmopolitan e se ne ho voglia voto pure per i concorrenti dell’Isola dei famosi: ma questo è, cazzeggio, e null’altro. Non è il più formidabile network del Millennio, non è una rivoluzione, non rappresenta il Cambiamento nelle relazioni sociali. Non è che scegliere una propria foto di 5 anni fa per far dire ai vecchi compagni di liceo uh, non sei invecchiata per nulla! modifichi sostanzialmente il nostro modo di rapportarci agli altri. Non è che scrivere Azzurra sta per bere il caffè, Azzurra beve il suo caffè, Azzurra ha bevuto il suo caffè e scottava arricchisca la nostra vita sociale. Aderire al gruppo Le carote fanno bene alla vista non è esattamente quello che intendeva Gaber con partecipazione. Postare i risultati del test Quale divinità sei? non è una dichiarazione di animo giocoso ed ammiccante, è l’equivalente di fare il test A letto sei passionale o coccolosa?su Donna Moderna mentre la tinta ti cola sulla pagina.

Con una differenza, a mio modo di vedere sostanziale. Che dalla parrucchiera non aderisci ad un gruppo pro o contro Israele mentre tenti di stabilire con la tua parrucchiera se sia il caso di accorciare la frangia o meno.
Una questione di decoro.

A volte mi scoraggia questo subdolo cattolicesimo di cui siamo intrisi senza nemmeno esserne consapevoli, mi avvilisce la sciatteria con cui aspiriamo al ruolo di piccole divinità di noi stessi, una cosa artigianale, alla buona, colpe espiazione assoluzione, abluzioni dello spirito meccaniche e sbrigative come quelle del mattino davanti allo specchio, siamo il rosario di noi stessi recitato con la mente altrove, magari ai nostri piedi freddi od alla lana ruvida che graffia la pelle. Mi imbarazzano le icone della religione di noi stessi, i templi, gli altari, i riti. Mi soffoca quel mormorare a voce bassa come davanti ad un moribondo, l’esaltazione morbosa che si stempra, alla fine, nella rinuncia. Ieri Marina usava una paorla che non sentivo e non usavo da tanto, sono una guardiana diceva, eccolo lì l’orgoglio ho pensato, sollevata.

La bambola è mia
e anche i suoi accessori.
Mia mia mia mia mia

Scodella di cereali
le sue toffolette già mangiate.
Posso essere scusata?

Non ti è stato detto
Di mangiare il budino a tavola?
Guarda quel divano.

"Versi sobri e non rimati, sottili, densi ed allusivi"
"Datemi Mamma Oca"

Ok, rivalutiamo Cul de sac:)

Ecco il mio pigmalione
attendermi severo sulla soglia
non c’è più traccia di benevolenza
per le mie gambe corte
o per il pigolio della mia gola
adesso che non mi ha creata uguale
è il sesto giorno quello del riposo
e mi congeda senza amore
e senza verità:
  colpevole destino, ed incompiuto.

Il mondo sta diventando troppo strano, per me.

A. : ..ecco, io allora concluderei qui la nostra relazione, è stato bello ma ora è finita
F.: No, aspetta, perchè? mi devi dire i motivi, non puoi andartene così, me lo devi!
A: beh, non c’è un vero motivo…
F. : hai un altro?
A.: no, sul serio, non è quello…
F.: allora è qualcosa che ho fatto io
A.: ma no, non qualcosa di particolare…
F.: sono stato troppo invadente? ti ho portato via troppo tempo? perchè se è questo possiamo parlarne, trovare un accordo…
A. : no, che dici, era un piacere passare il tempo con te
F.: allora ti sei sentito poco sicuro? spiato? Guarda, posso giurare che non lo faccio più, anzi guarda, non voglio nemmeno più sapere chi vedi, chi senti, eh? eh?
A. : ma no, non fare così, tu non c’entri nulla, è solo un momento mio così….
F.: ti ho annoiato, lo sapevo…
A.: senti, stai rendendo tutto più difficile del necessario, perchè dobbiamo arrivare alle accuse?
F.: forse hai bisogno di una pausa di riflessione….
A.: ecco, precisamente! una lunga pausa di riflessione, sì
F.: almeno giurami che resteremo amici
A.: massì, certo…
F. : senti, io ti lascio le chiavi di casa, così tu puoi tornare quando vuoi, in qualunque momento
A.: ma no, non mi sembra il caso, semmai me le ridarai…
F. : no no, insisto, almeno questo ti prego, lasciami una speranza!
A. : ok…
F.: senti, ancora una cosa…non vuoi proprio dirmi il perchè?

Ora, questo dialogo non è immaginario, è avvenuto davvero. Tra me e Facebook, per l’esattezza, quando, terminate le mie indagini sociologiche, ho tentato di cancellare il mio account. Se non mi credete (e se siete iscritti) andate su disattiva account.

Guarda che la gente è permalosa eh. Hai più di 40 anni, corrispondi alla tipologia poco elegantemente descritta dall’espressione "si fa prima a saltarla che a circumnavigarla", ti sei strizzata in un look aderente verdemuschio – marrone (ti hanno mentito, non sono i colori adatti ad una rossa) , avevi perfino una specie di fiocco natalizio al collo…credevo che l’effetto fosse ironicamente voluto, che ne sapevo io che non ti piacciono i Tronchetti della Felicità?

Ci sono amori che nascono così, nei primi 30 secondi in cui incroci lo sguardo, questione di specchi ovali probabilmente. Ci sono persone che fino a quel momento sono esistite solo nelle tue mediocri poesie e nei racconti, ma eccoti qui, la fata invecchiata male con le sue borse ed i suoi capelli arruffati e gli occhi grandi nocciola a dirmi "mi impiglio nei miei pensieri" e sorridere e con una vita lunga da raccontare e mi confondo un po’ tra tutti questi nomi e date ma, ma li riconosco.
E c’è qualcosa in queste due vecchie sedute al freddo mentre il ghiaccio piano rende tutto luccicante perfino i nostri capelli e le sigarette si consumano una dietro l’altra ed anche le voci sembrano diventare sottili e fragili come ghiaccioli e c’è qualcosa in questo racconto ed in queste mani da vecchie che si muovono di nuovo come mani di ragazze, una magia (un incanto) che quelli al caldo non sapranno mai.