Nonostante la quasi unanimità degli autori sia concorde nel considerare l’insight nella SDIA ridottissima se non del tutto assente, noi non concordiamo totalmente con questa posizione. Ci pare che una qualche percezione di una situazione di patologia in questi pazienti sia presente, seppure essa paia non raggiungere mai il livello di una vera consapevolezza.
Una paziente del mondo dello spettacolo alla domanda a bruciapelo dell’intervistatore "qual è il uso peggior difetto" rispose senza pensarci "sono troppo buona", rimanendo lei stessa esterefatta da questa "verità" che (per un attimo) si era fatta strada contro la sue stessa volontà tra le sue insormontabili difese.
Ad un’altra paziente venne chiesto come mai, nonostante mentire le ripugnasse profondamente e le causasse uno stato di continuo malessere continuasse a farlo, rispose : "sento" che in qualche modo è la cosa migliore per gli altri.
Questi due esempi ci sembrano avallare l’ipotesi che, nonostante la cronicizzazione dello stato morboso, permangono nella personalità apparentemente del tutot compromessa del paziente dei nuclei "sani" che aspettano solo di essere portati alla superficie della consapevolezza.

Il Primo Passo

Nella stesura del nostro programma ci siamo avvalsi di diverse esperienze terapeutiche felicemente applicate nella cura di  sindromi diverse. Dalla terapia comportamentale ad esempio abbiamo mutuato il concetto di gradualità, ossia di ESPOSIZIONE GRADUALE. Nella ocmpilazione del Programma personalizzato ogni situazione va valutata singolarmente ed attentamente sia da un punto di vista diagnostico che terapeutico. Poichè riteniamo che dagli errori si impari più che dalle vittorie esporremo ora il caso emblematico di C. (uno dei  primi casi che abbiamo trattato e che non si è, purtroppo concluso positivamente. ma proprio dagli errori commessi con la povera C. abbiamo ricavato molte preziose indicazioni, e sfiga per C.) C. era una donna di 45 anni che si è rivolta a noi quando la SDIA si era ormai cronicizzata e su insistenze dei suoi familiari, omai sfiniti da anni di dedizione della paziente. La sua mancanza di motivazione al cambiamento, anzi piuttosto una stizzita resistenza ad esso, è stata sicuramente una delle cause del fallimento.  I terapeuti (per inesperienza) hanno valutato che fosse necessario un intervento "forte" e  direttivo, con l’intenzione di risvegliare nella paziente la sua parte sana e far sì che essa ne prendesse coscienza. Le è stato così prescritto di passare una settimana lontana dalla famiglia, in una beauty farm, dove avrebbe dovuto come compito prendersi cura di sè e tradire il marito con il massaggiatore shiatzu. La poveretta non ha retto all’esposizione torppo violenta e si è suicidata il terzo giorno ingoiando una mistura letale di alghe e aloe e lasciando scritto "mi mancano i miei figli e non dormo da 3 notti per i sensi di colpa e inoltre il massaggiatore puzza"

[continua] 

Vale forse la pena ricordare per tutte le persone in trattamento per SDIA (sindrome da insano altruismo) che il traguardo per una completa guarigione comporta un cammino lento e non scevro da sacrificifi e difficoltà e che un sano egoismo non può essere ottenuto senza un percorso psicologico a volte faticoso ma indispensabile.
Crediamo che degli esempi pratici possano servire ad illustrare come sia necessaro scardinare vecchi e putroppo consolidati schemi mentali/comportamentali. Prendiamo ad esempio il caso di una vecchia genitrice un po’ rompicoglioni ma effettivamente affetta da numerose patologie senili: è ovvio che di fronte alle sue richieste il nostro primo impulso e desiderio sarà di assecondarle, rinunciando ad ogni nostro tempo libero per fornire attività di cura ed assistenza. Come tutti sappiamo cedere a questo insano impulso è fin troppo facile. La mente, subdola come sempre, inzia a sfornare razionalizzazioni per giustificare questo nostro egoistico istinto ed eccoci quindi a blaterare di senso del dovere, gratitudine filiale ecc ecc. A questo punto siamo ormai nella morsa della malattia nonostante tutte le nostre negazioni ed illuderci di uscire da soli dal tunnel è deleterio. Abbiamo bisogno di un aiuto esterno, di qualcuno che sappia ricordarci, ad esempio i nostri doveri, non solo verso noi stessi in primis, ma anche verso le nostre "vittime". Sì perchè la SDIA è una patologia che coinvolge le nostre famiglie, i nostri affetti, le persone che ci sono più care.  Il mostro dell’insano altrusmo, purtroppo, non si ferma davanti a nulla e a nessuno. Solo dei paletti esterni, un percorso serio e chiaro e soprattutto la consapevolezza che stiamo facendo la cosa giusta potrà aiutarci. Non crediate alle promesse di facili soluzioni, di risultati ottenuti senza fatica o a chi vi dice che è solo una questione di volontà: se un sano egoismo fosse raggiungibile solo con la volontà il Mostro non mieterebbe ogni anno milioni di vittime dirette ed indirette.

Rivolgetevi a professionisti seri, preparati. Questo blog pubblicherà, nei prossimi giorni, i racconti di persone che sono riuscite a farcela. Saranno racconti a volte anche duri ma siamo fermamente convinti che solo non chiudendo gli occhi si possa vincere. Conporaneamente verrà illustrato il nostro programma, che abbiamo chiamato dei Piccoli Passi: chiunque volesse aderire è pregato di contattarmi in privato.

Fry non solo considera innaturale tutto ciò che non abbia almeno una presa usb ma ne è anche profondamente turbato ed un po’ disgustato. Guarda Clemence ed il suo pancione sulle mie ginocchia e dice: "che schifo azzu: meglio gli uovipari".
Gli uovipari, certo.

Fry è la persona con meno nozioni o conoscenze scientifiche e naturali che io conosca; voglio dire che anche chi, come me, tende ad annoiari alle spiegazioni scientifiche non può evitare di avere delle conoscenze empiriche: così più o meno tutti sappiamo il nome delle verdure, ad esempio, o che il cane fa bau, o che le tonsilli possono infiammarsi. Fry no. Fry è fermamente convinto che il corpo umano sia esattamente come il modellino di Siamo fatti così che aveva da piccolo, e che al suo interno ci siano graziosi organi in plastica con colori vivaci. E’ convinto che ogni tanto la natura cerchi di imitare google immagini ma con risultati scadenti (ad esempio il "chiudi" non funziona  mai e questo lo irrita molto) Fry pensa che i suoni dovrebbero stare al loro posto, dentro un iPod e non girare disordinatamente per il mondo. Ha una vaga ammirazione per le montagne, che dimostrano una certa intelligenza  crescendo ai bordi delle strade e non in mezzo. Quando il tempo si blocca per giorni su "pioggia" aspetta rassegnato che i server tornino a funzionare e compera un ombrello giallo dai marocchini.

A me avere attorno tante piante che stanno per fiorire ed una Clemence col pancione fa bene. Si potrebbe dire che sono più sensibile alle cose che nascono che a quelle che muoiono, ecco. Quando il Creatore ha pensato i suoi spot sulle Meraviglie della Vita deve avermi presa come campione perchè per me sono perfetti. Ci fossero anche delle offerte o delle raccolte punti sarei più contenta, ma anche così non mi lamento. Clemence partorirà a giorni e non riesco a nascondere una certa invidia per Odette che diventerà nonna. Per ora invece preferisco non pensare alla reazione di Cleo, ma sono già in contatto con uno psicologo e mi ha assicurato che, nel caso, interverremo tempestivamente. Il bello coi gatti è la sorpresa, il chiederti di che colore saranno ecc. : so che è possibile anche con i figli ma di solito, se lo si ha, non è un dubbio gioioso, no?

Questa volta avrei un’idea, ma della quale non sono affatto sicura, ancora: pensavo che se tenessi un maschio interromperei la catena riproduttiva e non sarei costretta a sterilizzarlo. Con molta fortuna potrebbe nascere perfino un maschio rosso.
Comunque sto già studiando le inquadrature per le foto: riceverete le solite foto di fiori e le solite di gattini ma questa volta nella stessa inquadratura. Per questo sarebbe auspicabile che i gattini fossero di colori intonati alle rose, visto che non è che posso sostituire tutti i rosai. Però posso sempre comperare una surfinia di urgenza. Vedremo.

Gli uomini in estate cadono preda della sindrome Il cuore è uno zingaro e va, e ti verrebbe da gridargli dietro: digli che si porti via anche le mutande con l’elastico molle, già che c’è.  Bisogna precisare che quando parlo di uomini e donne mi riferisco a quelli sopra i 25 anni, 30 toh con i miracoli della cosmesi. Non è che i giovani siano del tutto esenti dal ridicolo e dal cattivo gusto, intendiamoci. Però in generale loro sono "attraenti", per via che è il loro compito principale e non dal mio punto di vista ma da quello ben più autorevole della natura. E non è attraente solo il fisico, lo sono gli sguardi, i movimenti, i sorrisi…quindi ci vuole molta più buona volontà a rendersi ridicoli.  La natura si è detta che mi frega se uno/a a 40 anni non è attraente? mica posso sprecare risorse così. Giustamente. Ma non ha ritenuto opportuno di spiegarglielo, a quello/a, che dentro continua a sentirsi un/a ragazzino/a ed a saltare la staccionata dell’olio Cuore.
Ma dicevamo. Il primo sintomo della sindrome maschile è che la mascella, verso giugno, scende di 2, 7 cm. Misurate, se non ci credete. E’ la concezione maschile di "espressione erotica", nonostante gli stomatologi abbiano lanciato allarmi mondiali sui danni permanenti che può causare. Ma i maschi in estate si fanno un punto d’onore di apparire languidi, e tant’è. Il secondo orpello (secondo loro)sessualmente irresistibile è la barba di due giorni. Ora. Poche donne hanno il coraggio di dirgli no, caro, non assomigli a Mike Rourke da giovane, come pochi uomini hanno il coraggio di dire ad una donna non depilata no cara, uscire con Cita non era la mia fantasia segreta. L’educazione impone di abbozzare. Impone di rimanere impassibili davanti a gambe sottili che escono dai bermuda e mordersi la lingua quando si sta per dire "che buffo! sembri l’omino che disegnano i bambini, con un cerchio come corpo e 4 linee come arti!". Impone di non suggerire la bruschetta senza aglio. Impone di non fargli trovare le ciabatte mozzate sotto le lenzuola  a mo’ di macabro avvertimento.

Ma non proibisce di sognare lunghi cappotti di loden e pietosi pantaloni con le penches.

Avvicinandosi l’estate ricominciano tutti i miei interrogativi esistenziali a proposito dei comportamenti umani estivi. Questa volta mi è sovvenuto di google e gli ho domandato "chi ha inventato il costume da bagno e soprattutto è poi stato punito dalla Giustizia Divina?" Le risposte per la verità sono un po’ ambigue. Nemmeno cercando "il costume da bagno: esempi di sadismo e masochismo avanzati" ho trovato delle certezze. Perchè io che qualcuno, con inziativa squisitamente commerciale, inventi qualcosa del tipo il costume da bagno, lo posso capire. Che tutti (o quasi) ci caschino, meno. Voglio dire che penso sia lampante a chiunque che i corpi umani che traggono vantaggio dall’indossare un costume, maschile, femminile, intero, bikini, sgambato, olimpionico, in lycra, in cotone, in titanio ultraleggero, in tessuto stampato a rane..insomma, un qualunque costume, sono forse un 50% dei corpi appartenenti agli under 25. Questo perchè i nostri corpi, non essendo fatti di quel meraviglioso materiale che è la celluloide, sono soggetti a tutte le più umilianti leggi della fisica: se strizzi qui, il materiale si sposta lì. Se impedisci il naturale scivolamento del materiale verso il basso, trasborda dove può. Se neghi a rotolini, pance, cosce il discreto e delicato sostegno di un pezzettino di stoffa tenderanno a muoversi inquieti e scomposti in preda  all’eccitazione di una libertà improvvisa e non desiderata.
Ora le obiezioni le conosco: fa caldo, la sensazione meravigliosa dell’aria e sole sulla pelle, l’abbronzatura, il bagno in mare ecc., me ne frego sto bene con me stesso ed il mio corpo e bla. Massì, ma chi dice nulla? Ma glielo hai chiesto, la tuo corpo, se è proprio quello che vuole? No perchè io a volte gurdando certi corpi estivi, ho l’impressione che sarebebro disposti a ficcarsi in un burka, pur di sfuggire al loro destino estivo. Loro che hanno del buon senso, dico.

Ecco io pensavo, questo Signore deve essere di buon carattere, o perlomeno io al suo posto sarei spesso irritata con l’ingratitudine umana.  Diciamo la verità, non ha fatto un brutto lavoro con la Creazione; non sembra una cosa tirata via così come viene viene, ed anche sugli optional e le personalizzazioni si nota un certo impegno.  E si vedono bestie orgogliosissime della loro capacità di sciogliere gli organi interni della preda e succhiarli ed altre ostentare con fierezza un occhio pendulo sul ginocchio sinistro, nonostante non ne abbiano mai capito l’utilità. E gli uomini? Ah, gli uomini no: loro prendono in considerazione solo bellezza ed intelligenza e se non hanno avuto in sorte almeno una delle due passano la vita a mugugnare sull’ingiustizia. Pensano forse che il Signore è stato sveglio quattro notti per dargli i dotti biliari più belli dell’intero creato? No, ovviamente! Quando hanno un momento di crisi, tolgono forse dal cassetto la ragiografia del loro setto nasale, così perfetto, e rivolgono un pensiero di gratitudine a Colui che glielo ha dato in dono così, gratuitamente? Macchè, si deprimono per il culo basso, la calvizie incipiente ed il qi inferiore a quello del termosifone.

Io, fossi nel Signore (con rispetto parlando) tutta questa pazienza non so mica se ce l’avrei.

museo tridentino di scienze naturali
25 aprile 2008 
 
 
Martedì 29 aprile 2008
Tanzania e musica
 
 
Ore 17.00
Dai camaleonti pigmei ai toporagni giganti: le ricerche nelle foreste montane della Tanzania – con Francesco Rovero e Michele Menegon.
Ecco, se a qualcuno interessassero i pipistrelli…Perchè non fatevi ingannare, lei continua ad inventarsi incontri fantasma sugli argomenti più inverosimili (i camaleonti pigmei, certo, e perchè non il Grande Puffo?) voi arrivate lì ignari e fiduciosi e zac: i pipistrelli!

Sono quattro giorni che Odette non torna a casa, tanti anche per una selvatica come lei.  L’altro giorno parlando della cds con la signora le dicevo che è strano, Marco esce spesso con Paola ed io ne sono contenta, e lei mi ha risposto beh cosa c’è di strano? lei non è una persona gelosa. L’ho guardata chiedendomi se si era rotta la mia capacità di cogliere il sarcasmo e quasi spazientita ha chiarito, se fosse gelosa suo figlio non sarebbe com’è ed i pazzi non la amerebbero. A volte fai più fatica a toglierti di dosso gli stereotipi degli altri che non i tuoi, ho pensato. La gelosia non è un virus o una componente genetica, è uno di quei numerosi gochetti di comunicazione sotterranea. E’ una risposta indotta ma ci si mette un po’ a capirlo ed a capire che si sta entrando nel gioco privato di un altro, per via che le cose sono spesso diverse da come appaiono e questa forse più di altre.