Può darsi che domani sarà l’ultimo giorno alla cds. I capi decidono , hanno idee, scrivono articoli. Mi proporranno cose con nomi altisonanti che rifiuterò, sì sono un po’ testarda e sì sono un po’ presuntuosa. Anche un po’ incomprensibile perchè chi non preferirebbe starsene seduta in un’equipe ad esprimere le proprie opinioni piuttosto che in una lavanderia? Io.  la mia autostima funziona per vie un po’ contorte, non è un mistero. Il mio snobbismo anche, ma non è questo il caso. Il fatto è che io so cosa voglio e non è facile farmi credere di volere qualcos’altro. Sono sempre stata così, è da lì che è nata la faccenda che culo che hai che non sei sensibile. Ha cominciato mia madre con questa storia del porfido, non è che sia una novità.
Ma comunque ora dovrò "decidere" (brrrrr) O ricomincio tutto in un altro posto, o mi ritaglio un posto nuovo lì.

Ieri con la signora abbiamo parlato solo della cds. Due anni e mezzo che sono lì…sono tanti. Ho così impresso nella memoria la prima volta, Anna seduta accanto a me che aspettavo sulla sedia, il suo ostinato silenzio e la mia ferrea decisione di non rimettere mai più piede lì.  I mie dubbi che fosse solo una cura ed il mio disprezzo per me stessa per questo, tutto in pochi minuti di attesa: a volte se ti accucci abbastanza a lungo nel pagliericcio pulcioso del tuo Io uscirne può diventare una faccenda complicata. Poi il colloquio con Enrica con me che invece di parlare piangevo…credo di non essere mai stata così uguale a quando avevo 18 anni come in quel momento. Quella strana donna che è Enrica, incontrando Dolores sul corridoio e presentandomela, le ha detto ho la sensazione che tu e Manu diventerete importanti una per l’altra.
Poi la mia ostinazione. La nausea per una me stessa davanti al pc a scrivere, la nausea per le vite costruite davanti ad un caffè e tante sigarette, la nausea per tutti gli alibi del mondo. L’eccitazone di essere di nuovo da qualche parte. Le amicizie con colleghi nate da sguardi lucidi che si incontrano, le mie foto mentre faccio il brustolin appese in bacheca. La storia che piano piano si forma, "ti ricordi quella volta che…?", le cose bevute alle 10 di sera alla fine del turno nel bar sopra la cds, il lessico che cambia, tu che cambi.

Lei è così bella, conclude la signora ed a me non resta che risponderle con la battuta tra noi due, "con quello che la pago ci mancherebbe mi dicesse che sono brutta", ed amen.

Oggi guardando mio padre che rastrellava mi sono venute in mente le mie cugine materne e mi veniva da ridere. Appartengono a quella (vastissima) schiera di attempati figli che usano i loro genitori fino alla fine: pranzi, biancheria da stirare, babysitteraggio ecc.  Fin qui se ai genitori va bene non ci trovo nulla di strano. La cosa che mi fa morire però è che questo tipo di figli si aspetterebbero anche un po’ di riconoscenza, da questi genitori. Voglio dire, lo sappiamo tutti che la vecchiaia è una voragine di apatia e solitudine, no? Uno si sforza di riempire le giornate dei suoi vecchi genitori con bimbetti urlanti, camice da stirare, sughi preparati e..nulla, nemmeno un grazie. Guarda che sono stronzi ‘sti genitori eh? Ma pensi che non preferirei rastrellarmele io le foglie, scusa? Vai ad offrire uno scopo per vivere alle persone ed a salvarli dall’alzheimer, tu, vedi cosa ne ricavi:)

Errori di presunzione che sono quelli che paghi più cari. Non che la signora non mi avesse avvertita e non mi avesse spiegato per filo e per segno, e nemmeno che non ci avessi creduto. Ma in un certo senso è quello che ho sempre fatto (mi dicevo) praticamente la sola cosa che so fare. Facendo finta di scordare che certi incantesimi hanno una conditio sine qua non ed è che tu alla fine scompaia, ma in fin dei conti gli dei immortali hanno sempre mostrato una certa predilezione per me ed una certa indulgenza. Inoltre che io sappia proteggermi da sola è fuori discussione, che io abbia chiare le priorità pure, e per tanto.
Insomma, non era del tutto irragionevole. Potrei raccontarmi che andava comunque fatto che era l’unica cosa ecc ecc, ma non è vero.

Ci sono giornate alla cds in cui ti sembra di avere tradito tutti. E’ come se penetrasse il cinismo di quell’altro mondo e le voci dei Concentocuori, come se il piccolo Gollum dentro mugugnasse tra sè e sè su questa contabilità squilibrata, come se quasi li odiassi per la loro incapacità di non soffrire. E’ come se contro la tua volontà qualcuno ti trascinasse sotto il palo della cuccagna dell’autostima e tutti diventassero una mortadella o un salame sullo scivoloso percorso e quasi provi odio per la loro riluttanza a farsi afferrare, salvare, guarire, amare. Ma c’è l’ascensore, quello vero intendo, della cds, quello con lo specchio. Quello dove ti capita di entrare solo verso sera quando le ceste della biancheria diventano più pesanti. E c’è un moto di orgoglio, di fierezza ed in qualche modo capisci che non è mica tuo, no, è loro. Non che sarebbe spiegabile, naturalmente: ma sei già arrivata al piano.

Mi sveglio pensando che a volte un pezzetto di realtà ci sembra tutta la realtà e che restiamo inchiodati lì per chissà quale ragione. Mi sveglio ansiosa di andare alla cds per molti motivi, la maggior parte dei quali sarebbero incomprensibili agli altri. Non è molto differente di quando andavo al Focolare ed a nessuno importava di tradurre in idee tutte quelle enormi pentole da lavare e quell’odore di bambini addormentati mescolato all’odore di caffè al mattino. Penso che a volte le cose sono facili e che sono contenta.

Io non penso che il virtuale sia il Male, però non vedrei male l’obbligo, per chiunque partecipi a qualunqe titolo ad uno spazio virtuale, di scrivere ogni giorno almeno 100 volte "NON DEVO DIMENTICARMI CHE QUESTO E’ SOLO UN FORUM/BLOG/NG/QUANTALTRO" 
C’è questo gestore di gdv ad esempio che da anni è intimamente convinto di essere una specie di Condottiero, che con saggia ed affettuosa fermezza conduce il suo gregge attraverso le insidie della vita e della altrui malvagità. Periodicamente ricorda a tutti che fa questo con enormi sacrifici personali ed a titolo assolutamente gratuito, che ti viene da pensare, se sei molto malizioso, che sia un modo elegante per dire "una scatola di cioccolatini a natale almeno, no eh?"  E’ convinto che nella vita servano diplomazia e strategia, e con che cuore gli dici guarda che non stai mica giocando a risiko, è solo un forum… 

Poi ci sono quelli come me, che una mattina saltano un post e si ritrovano a pensare "oddio non ho scritto nulla oggi, come farà il mondo a sapere qual è il modo giusto di comportarsi in caso di alluvione? e se zia leonida non trovando il post pensa che mi sia successo qualcosa? "
Poi ce ne sono molti altri, fate un esercizio di severa autoanalisi e ditelo voi, a quale categoria appartenete, che non è che posso fare sempre tutto io.

Vado a fare la spesa con mio padre ed ho una specie di folgorazione: mio padre e daniele si assomigliano. Credo che l’ultima volta che sono entrata in un supermercato con daniele lui avesse 8 anni, e con mio padre non mi pare di averlo mai fatto…quindi non è un’intuizione scientifica e basata su fatti. Inoltre non credo che se ci fosse stato daniele avremmo passato 10 minuti in religiosa contemplazione dei copertoni in offerta (forse però avrebbe mostrato la stessa commozione di mio padre davanti la banco dei salumi) No, è più un’atmosfera. Mio padre mi guarda prendere in mano una riproduzione gigantesca di Orso e scuote la testa, poi mentre crede che non lo veda va a controllare quanto costa. Lo scaffale dei giochi in gomma per cani, compreso il finto pollo morto, lo riempie di un’orripillata meraviglia.

Soprattutto, entrambi non hanno gli angoli della bocca girati in giù e l’espressione di feroci e gelidi sicari, quando sono distratti.

C’è una categoria di persone dalle quali sarebbe saggio tenersi alla larga e sono gli allegri fautori della terapia d’urto, altrimenti detti Quelli delle Rivelazioni. Costoro ad un certo punto decidono che è venuto il momento che voi sappiate alcune cose su voi stessi che vi sono sfuggite per tutta la vita e che a loro, casualmente, sono invece risultate chiarissime fino dal primo istante che vi hanno visto. Attenzione, sareste tentati di ascoltarli, per il principo in base al quale poche cose sono interessanti come sentire parlare di se stessi. E’ un po’ come quando fate quei test online sulla personalità, o su chi eravate nella vita precendete: è ovvio che non ci si crede, però…stanno pur sempre parlando di voi, la data di nascita era la vostra! Ora esiste un principio (che potrei spiegare ma sarebbe un po’ lungo) in base al quale se qualcuno vi fa una Rivelazione è, per definizione, sbagliata. Lo stesso principio recita che le stesse cose che vi sta dicendo su voi stessi le dirà ad almeno tre persone. Il Consiglio del Giorno, a questo punto, è: via!

Ieri mentre marco ed io ascoltavamo i pink floyd entrambi impegnati in un viaggio a ritroso laggiù dove hanno iniziato ad esistere i vampiri e la morte e mica potevi sapere che poi ti avrebbero accompagnato tutta la vita, ieri dicevo mi è sembrato di capire da cosa mi sono  allontanata in questi due anni. Ho riletto L’uomo senza qualità di Musil, tanto per essere sicura che la mia insofferenza non sia un obbligato quanto spiacevole effetto collaterale della vecchiaia come le meches bionde che danno luminosità. Il fatto è che io ho avuto una vita bella. Se guardo indietro ai bambini del focolare a franz ad un elenco lungo di persone e momenti (ma anche se guardo al presente) mi rendo conto di quanto abbia vissuto lontana dalla leziosaggine. Era più facile trent’anni fa sì, quando le cose e le persone belle ti danzavano attorno come sospinte da un vento che non aveva nulla a che fare con la tua volontà, quando tu stessa eri bella senza fatica e nessuna tentazione di lifting dell’anima ti veniva nemmeno alla mente, quando non eri assuefatto alla vita e non dovevi di continuo alzare la soglia. Quando non c’era bisogno di nessun fottetevi perchè, semplicemente, non eri mai là, nel posto sbagliato. Quando si è giovani è quasi imposisbile immaginare come si sarà da vecchi. Quando si è vecchi quel come non è più rimandabile.