Accompagno Fry all’aereoporto ma siccome io ci sono già stata non diventa un’esperienza_post, perchè di solito è necessario che entrambi siamo sconvolti ed agitati perchè lo sia. In realtà Fry non è portato ad avere naturalmente fiducia in me in un luogo pieno di tecnologia e di scritte in inglese, ma d’altra parte è abbastanza sicuro che non permetterò che venga scambiato per un terrorista e portato via in manette: così, tra l’eventuale sciagura di sbagliare sportello ed il fastidio di una lunga carcerazione sceglie irrazionalmente la prima. Al check-in scruta perplesso l’espressione annoiata dell’impiegato che sbriga in un attimo le sue formalità e gli restituisce documenti e biglietto: è assolutamente incredulo che l’impiegato non si sia messo a strillare "Lei è un impostore! Questo è un biglietto omaggio per lo spettacolo pomeridiano del Circo Orfei! La sua carta di identià è scaduta 8” fa!" e cose così, in un impeto di onestà vorrebbe dirgli "La prego, ricontrolli, c’è sicuramente qualcosa che non va" ma riesco a convincerlo che non è necessario e si allontana stringendo virilmente il suo biglietto sul cuore. Mentre prendiamo con nonchalanche un caffè al bar guardo gli aerei sulla pista e penso che non ho nemmeno una lontanissima idea di come fanno a stare su, tranne che non sbattono le ali, mi pare, e mi stupisce la totale e cieca fiducia che nutro nelle persone, visto che nonostante questo ci salgo senza problemi. Chissà perchè volare mi è sembrato meno innaturale che nuotare, è vero che il Signore voleva che volassi mi faceva le ali..però se se voleva che nuotassi mi faceva le pinne e anche muta, quindi lì non ci sono possibili interpretazioni sulla Sua volontà, no?
Poi Fry parte ed io piango molto.