Rileggevo il post sulla felicità della mia amica Marina di Addioallebionde, stamattina. Io ho un’indole emotiva portata agli eccessi e più altalenante del  prezzo della lattuga ed anche una certa propensione al drammatico, ma poi c’è questa parte di me goffa e maldestra e frivola che vanifica tutti i miei sforzi di essere un grande personaggio tragico. Io mi stufo ad essere infelice, questa è la verità. Il dolore, più che distruggermi o sfinirmi, mi annoia. Appiattisce tutto, ovatta, sussurra. Magari sono solo una persona superficiale, non lo so. Ma ho paura di quelle persone che si portano addosso la vita come fosse la gobba di Leopardi.  Io lo chiamo incanto, Daniele meraviglia. E’ quella cosa che ti fa girare in su gli angoli della bocca anche se non sai perchè. Felicità è un termine che non adopero spesso, è un po’ pomposo e mi intimidisce e non so maneggiarlo bene. Però sì ecco, penso che l’ultima volta che sono stata felice sia stata ieri:)

Ogni tanto faccio fatica lo ammetto a non perdere di vista il senso reale delle cose. E’ difficile non sostituire le cose con noi stessi così che diventano tutte che bravo che sono, che povero che sono, che stronzo che sono, che onesto che sono eccecc. A volte sembra proprio che quello che siamo si espanda all’infinito inglobando tutto e tutti, una cosa orribile. Gli altri solo prove a carico oppure a discarico, i rapporti solo bottini conquistati o rubati. Abbiamo bisogno di scalpi da appendere alla cintura, e fossero almeno una scopata, ma no. Sono il borbottio dei nostri pensieri su noi stessi e non capisco se sono la sola ad esserne terrificata. Ripensavo a questo inverno, a come tutto è diventato solo mio, la commozione, le paure, la legna, i panini davanti alla tv, il gatto che vomita, la porta che non chiude, i momenti di buon umore, la musica. L’ostinazione a cercare cose vere, persone che lavavano i piatti assieme a me e che mi sorridevano e che mi toglievano i capelli dalla faccia quando avevo le mani insaponate. Persone che non stavano lì sul loro trono di spine o dietro le staccionate a vedere se sono guarita, se sono addomesticata, se sono ragionevole, se sono generosa. Persone che non vincerebbero nessun concorso su "Azzurra, vita morte e miracoli" . Ed è un po’ difficile, in certi momenti, non rimpiangere o non dire ma non è giusto…è come se una voce subdola mi richiamasse lì nel mio ovattato mondo a giocare di nuovo alla Piccola Fiammiferaia o alla Fatina delle Lucciole, un’immagnaria partita a scacchi giocata nemmeno con dei pezzi reali ma solo con la descrizione delle mosse. Ma, mi hanno insegnato, le vocine infide si sovrastano facilmente con le voci vere.

Sono di buon umore, nonostante si capisca che l’estate è lì in agguato ma è inutile crucciarsi per le cose inevitabili. Sto organizzando una festa per il mio compleanno, è la prima volta in vita mia e penso che sarà divertente e poi c’è il vantaggio che _nessuno_ può rifiutarsi di farsi fotografare se la festa è tua, giusto? E nessuno può nemmeno impedirti di essere tu che fai regali-sorpresa agli altri, se hai deciso così. Mi piace per avere un buon motivo per andare nel negozio di addobbi e per decidere il colore. Andrò senza Fry così non sarà giallo ma un più sobrio verde primaverile, o forse azzurro, vedremo. Ho anche una per ora vaga idea che coinvolgerebbe Zingaro..vedremo:) Magari scopro che la mia vera aspirazione non è quella di Ofelia ma dell’animatrice, se penso che ieri ho persino ballato i casi sono due: o dentro di me era nascosta fino ad’ora una piccola Fracci legata ed imbavagliata o, più probabilmente, sto diventando una vecchia ridicola. Di certo c’è che con l’età non ho acquistato magicamente il senso del ritmo ma in compenso ho sempre la sensazione che sia quello che suona che sbaglia il tempo. E comunque ho scoperto che basta dire che sto seguendo una segreta musica interiore che solo io sento, se non ti danno la terapia al bisogno fai la figura di una molto sensibile. Che altro? Avrei scritto una poesiola carina di FatAssonnata ma ho paura che Danilo mi tagli i viveri  e quindi non la metto, non insistete.

ieri sera nel letto pensavo alle cose che non arriverò più a fare. Non che sia un dramma, nella lista non c’erano salvareilmondo e inventareilteletrasporto, credo che quello più rilevante fosse diventaremissitalia e, ammettiamolo, l’umanità se ne farà una ragione. Ma mi stupiva come in apparenza l’età (per i miei coetanei naturalmente) sia una consapevolezza, spesso non felice, ma nella realtà ci si comporti come se non esistesse. In fondo pensiamo ancora che "da grandi" faremo questo o quello, che più avanti poi…, che per ora no, ma dopo…Immagino che sia una fortuna in un certo senso non avere _davvero_ la percezione del tempo e che il carpe diem abbia i suoi vantaggi. Permette l’illusione delle possibilità che non è una consolazione da poco. Io che sono una pragmatica invece ragiono in termini di anni e so di non potere sprecare niente e so anche che non è con le puttanate che tieni a bada l’angoscia del tempo che finisce. Non io, almeno.

ps: il fatto che il mio concetto di non sprecare il tempo comporti fotografare i nanetti di plastica in mezzo ai fiori, poi, è un altro discorso….

E’ strano quando ti accorgi di non desiderare più una cosa che hai desiderato molto, e per molto. Quando ti rendi conto che l’altrui malagrazia, l’altrui sciatteria ha eroso lentamente il tuo desiderio.
In questa frenesia di addossarsi colpe e di stilare regolamenti e tempi e modi a me sono mancati i gesti gentili, i gesti spontanei. Mi sono mancati la delicatezza ed il garbo travolti da grossolana onestà, da sciatta sincerità che ha reso tutto chiassoso, volgare. Mi mancano i miei sentimenti non quelli altrui. Il mio incanto di fronte al pudore ed alla timidezza. Il mio amore grezzo e non costretto all’esibizione, sottratto al mercanteggiare ed all’esibizione. Non sono fatta per queste cose. Ma non è orgoglio come potrebbe sembrare nè altergia. Mi manca la dolcezza e mi avvilisce che mi venga promessa come un premio che non mi sono meritata. Piano piano le ragazze richiudono il cerchio delle loro vesti attorno a me, lontana dal chiasso e dallo spreco, e lontana da ogni stucchevole esibizione di me stessa.

Dite quello che vi pare ma dopo un mediocre "Caro diario", un brutto "Aprile" e un osceno "La stanza del figlio", finalmente Moretti è tornato un regista con qualche buona idea e anche ben realizzata. Gran bel film questo caimano. Da andare a vedere :)

Guarderò le stelle
com’erano la notte ad Arles,
appese sopra il tuo boulevard;
io sono dentro agli occhi tuoi,
Vincent.

Sognerò i tuoi fiori,
narcisi sparpagliati al vento,
il giallo immenso e lo scontento
negli occhi che non ridono,
negli occhi tuoi,
Vincent.

Dolce amico mio,
fragile compagno mio,
al lume spento della tua pazzia
te ne sei andato via,
piegando il collo
come il gambo di un fiore:
scommetto un girasole.

Sparpagliato grano,
pulviscolo spezzato a luce
e bocche aperte senza voce
nei vecchi dallo sguardo che non c’è
poi le nostre sedie
le nostre sedie così vuote
così "persone",
così abbandonate
e il tuo tabacco sparso qua e là.

Dolce amico,
fragile compagno mio
che hai tentato sotto le tue dita
di fermarla, la vita:
come una donna amata alla follia
la vita andava via:
e più la rincorrevi
e più la dipingevi a colpi rossi
per tenerla sttetta,
gialli come dire "Aspetta!",
fino a che i colori
non bastaron più…
e avrei voluto dirti, Vincent,
questo mondo non meritava
un uomo bello come te!

Guarderò le stelle,
la tua, la mia metà del mondo
che sono le due scelte in fondo:
o andare via o rimanere via.

Dolce amico mio,
fragile compagno mio,
io, in questo mare,
non mi perdo mai;
ma in ogni mare sai
"tous le bateaux
vont à l’hazard pour rien".
Addio, da Paul Gauguin.

Il motivo per cui ora scriverò un post su Happykamikaze è di pura, meschina, gratificante vendetta perchè ha avuto un’idea migliore della mia e questo mi ha molto scontentata. Per rendere la faccenda perfetta dovrei rivelare che in realtà Happy ha un cuore d’oro, è una persona sensibile ed empatica e convincere il maggior numero possibile di persone ad amarlo o se non altro a trovarlo simpatico, ma alla fine anche io ho un cuore e mi limiterò a parlare di lui, che dovrebbe dargli abbastanza fastidio lo stesso. 
Non ricordo esattamente se ho inziato ad appassionarmi a lui la volta che mi ha bannata dal _mio_ canale costringendomi ad andare su #irc-helper dicendo "allora, c’è questa mia amica scema, no?" oppure se sia stata la volta che ha placidamente pastato ad una persona quello che io gli stavo dicendo riguardo ad essa. Potrebbe anche essere stato quando ho scoperto che è convinto che Mv esista davvero e che pensa che l’allucinazione sia Fry, oppure quando mi ha convinta ad inviare numerose cartoline natalizie a degli indirizzi inesistenti. Sta di fatto che sono uno degli errori più clamorosi della sua vita avendo io reagito alle sue strategie in maniera del tutto inopportuna ed imprevedibile, ossia trovandolo simpatico.

ieri (ripensando ad un concerto di Gaber durante il quale avrei dovuto alzarmi ed uscire e non l’ho fatto, cosa che mi rimprovero ancora) facevo un sommario elenco di cose della mia vita di cui in misure variabili, mi pento/vergogno/non sono fiera. Ed ho avuto un’illuminazione perchè, a parte 2, tutte le altre sono "omissioni". Deve essere questo, credo, l’equivoco tra me e gli altri. Normalmente le persone se non ti ammazzano, non ti stuprano, non ti causano lesioni permanenti, non ti legano al termosifone e non ti rompono volontariamente il Vaporetto, pensano di essere delle brave persone. Ti elencano cosa _non_ ti hanno fatto ed effettivamente alla fine devi riconoscere che sì ok, non ti hanno mai cosparasa di miele e data in pasto alle formiche. Ma non si vede nemmeno perchè avrebbero dovuto farlo e soprattutto non si vede perchè bisognrebbe provare della gratitudine per qualcosa che non avrebbero comunque avuto la possibilità di fare.  "Non ti ho mai impedito di fare quello che volevi!" "Eh?"

Assolti per non avere commesso il fatto. Non prendere inziative e nesusno potrà mai incolparti di niente, ha la sua logica.

I poeti son poeti perché scrivono poesie
fanno a gara nei concorsi dove vincono bugie
quei concorsi col salame, con la medaglietta d’oro
hanno il vizio di spiegarti che i poeti sono loro.

Il poeta è un uomo stanco che si sveglia a mezzogiorno
che si affaccia dal balcone e si guarda appena intorno
insicuro e sempre incerto si trascina alla sua tana
caffelatte con le uova che la mamma gli prepara.
I poeti son dei matti che non pagano il pedaggio
fanno finta di capire quando scrivono "coraggio"
ma se c’è da far la guerra il poeta è giù in cantina
fa l’amore con la serva e si scopa la regina.
Il poeta ha dei segreti che non dice con nessuno
sono formule di sogno che gli fan vendere fumo
con quell’aria un po’ sorniona, privilegio dell’artista
ama i gatti, beve vino, scorda il conto del dentista.
I poeti sono il sole che riscalda le speranze
della gente disperata che si nutre di bestemmie
i poeti sono il mare che circonda tutto quanto
ma hanno la pelle troppo chiara e non fanno più di un tanto.
I poeti son poeti perché scrivono poesie
fanno a gara nei concorsi dove vincono bugie
quei concorsi col diploma, coi discorsi culturali
dove vincono il diritto di non essere normali.
 (Bertoli)