A me piace ascoltare musica che non conosco. Scarico e acquisto continuamente nuovi album di gruppi che già cononosco bene o, molto più frequentemente, conosco poco o non conosco per niente. Sono un ascoltatore onnivoro e mi piace sentire cose nuove in continuazione: non posso restare senza. Di tutti gli album nuovi che ascolto non sono molti quelli che mi piacciono e ancora meno sono quelli che mi piacciono di primo acchito o che, comunque, entreranno a far parte della lista dei miei album preferiti. Ma c’è una cosa che difficilmente dimentico: il luogo in cui li ascolto per la prima volta. E a volte penso che il luogo sia determinante per farmi innamorare di certe canzoni. Così oggi voglio parlarvi di alcuni album che mi stanno a cuore e di dove e come li ho ascoltati la prima volta.
Arcade Fire – Funeral
L’avevo scaricato da qualche mese ma non l’avevo mai sentito prima. Era marzo, credo, ed avevo scoperto da poco i Go! Team, ne ero rimasto folgorato e quindi li ascoltavo tantissimo. Ero alla stazione di Trento e attendevo sul binario che arrivasse il treno che percorre la valsugana. Non so come mai ma decisi di non mettere i Go! Team ma di ascoltare qualcos’altro: trovai gli Arcade Fire e diedi loro una possibilità. Ricordo che mi fecero una strana impressione ma non mi piacquero subito, tranne “Wake up”. Durante il tragitto sul treno continuai ad ascoltarli e mi ripromisi di dare loro un’altra chance in seguito. Un paio di mesi dopo me ne innamorai follemente: era un aprile soleggiato e caldo ed ero seduto sul balcone della mia camera e quella era la colonna sonora perfetta per la mia primavera.
Beth Gibbons & Rustin Man – Out of season
Questo cd me l’ha regalato mia cugina un natale di 3 anni fa. Il regalo più bello che abbia mai ricevuto per natale, probabilmente. La prima volta che l’ho ascoltato è stata a casa mia, il 26 dicembre, al crepuscolo. Tutta la casa era illuminata da una debolissima luce e l’albero di natale in soggiorno era l’unica vera fonte luminosa (intermittente). Un’atmosfera molto malinconica. Ero nello studio e lo stereo, a un volume altissimo, cominciava a sputare fuori le prime note dell’arpeggio iniziale di “Mysteries”. Da brividi.
(continua…)