Bene che dire di questa estate che, se dio vuole, sta finendo? Avrei avuto alcune cose divertenti da scrivere ed altre molto tristi, ho optato per l’astensione in entrambi i casi.

Posso rassicurarvi sul fatto che il mondo continua a sembrarmi un posto bizzarro e non particolarmente piacevole e che, con o senza farmaci, le persone nella stragrande maggioranza mi appaiono sciatte, bruttine e tediosamente petulanti. Ringrazio il signor Signore per le eccezioni, a dire il vero straordinariamente numerose nella mia vita ma diciamolo sottovoce che l’invidia degli dei è capricciosa e fatale.

C’erano alcune chiavi di ricerca carine nel mese di luglio ma me le sono scordate tutte tranne l’incantevole "come fry". Fry ha scritto una mail a nome mio alla redazione di splinder per ovviare ad un _suo_ errore (ha comperato lo spazio per le foto a nome mio, pur essendo il blog suo: "faccio io azzu che tu in queste cose non capisci un cazzo e poi non funziona,ahahaha"). La mail, che secondo i suoi calcoli io non avrei dovuto vedere, sembra scritta da Mv. Cara signora redazione di splinder. Io ho comperato quella cosa per mettere le mie fotografie sul blog però non ci riesco. Per piacere, potete dirmi come si fa? La risposta della redazione è piena di sorrisi di compatimento (si riconoscono) ma gentile, e ovviamente mi spiegano nei dettagli che devo cliccare su "aggiungi foto", scegliere la fotografia che voglio pubblicare ecc ecc. A questo punto fry, infastidito dalla mancanza di intuito della redazione, è stato costretto a scrivere una seconda mail (sempre a nome mio perchè così capiscono meglio azzu) in cui spiego qual  è il vero problema. Cara redazione di splinder. Grazie per la risposta ma le fotografie non funzionano ancora. Credo che sia perchè il blog non è mio ma del mio migliore amico Fry, un ragazzo davvero meraviglioso che mi permette di scrivere sul suo blog ed a volte anche di decidere il colore dello sfondo. Lui non sa che ho fatto tutto questo casino e per favore non diteglielo che poi si arrabbia come quando tocco quella cosa template.  Potete fare in modo che le foto funzionino lo stesso per piacere? Grazie. Ora aspettiamo una risposta.  Nell’improbabile caso dovesse essere positiva, abbiamo molte foto da pubblicare, una intera serie dedicata alla renna Mucca. Io ne ho anche altre di Fry di cui lui è all’oscuro, mentre ho deciso che non pubblicherò sul blog le mie foto in abiti succinti un po’ per non suscitare invidie e un po’ perchè ormai le hanno tutti.

Che altro dire? Che quest’anno desidero che agosto finisca più degli altri anni, anche se sembra impossibile. Che alcune cose riescono ad esserci e ad essere reali nonostante la mia manifesta incapacità di vivere e, più in generale, di distinguere le cose vere da quelle finte e che per questo a qualcuno devo dire grazie.

Non esiste riparo questo è il fatto la vita ti raggiunge e ti inghiotte qualunque sia il tuo travestimento. Non ha misteri o gentilezza non serve opporre fantasia, non ha cattive intenzioni nè buone non si lascia ingannare da promesse o proponimenti. Niente ha un senso, una ridda di azioni casuali questo siamo, un insignificante brevissimo giro senza traiettoria e poi si lascia il posto ad un’altra pallina. Inutile l’angoscia di non sprecare il tempo e inutile il cumulo di sciocchezze che affollano il nostro tempo. Illusioni i sentimenti e la stabilità, siamo tutti porcellini che costruiscono le loro casette di fango e paglia ed inutile guardare con invidia quelle degli altri. Tienimi per mano, pensi, in questo buio. Non ci sono strade che portino al sicuro non ci sono tane non ci sono tregue dalla follia della vita o dalla sua violenza. Non puoi inventarti qualcosa per distrarmi non puoi accumulare attorno a me pietre preziose il cui luccichio inganni la vita non puoi trasformarmi in eterea e non puoi darmi il silenzio e cancellare i rumori. Ma, oh, tienimi per mano e basterà.

 

Questa notte ho fatto un sogno bizzarro e complicato. Avevo avuto un figlio e nello stesso tempo avevo perso la memoria ed a un certo punto mi tornava e mi trovavo con un bambino di due anni in braccio (è illogico, ma si sa, i sogni) che però mi chiamava mamma ed era abituato a stare con me, ed io mi chiedevo come avessero fatto a fidarsi a lasciarmelo, se non ricordavo niente. La memoria mi è tornata che ero per strada con lui e allora volevo avvisare qualcuno ma il mio cellulare era scarico e non riuscivo a dirlo a nessuno. Ho lasciato il bambino 5 minuti con una persona che non ricordo chi era per andare a cercare un telefono e quando sono tornata era Daniele di adesso ed io piangevo (*piangevo piangevo piangevo*) e lui mi diceva che piangi scema? quello mica era tuo figlio, non hai visto che non assomigliava a nessuno? Poi il sogno continuava ma non lo ricordo, per fortuna immagino. Mi sono svegliata con una nostalgia infinita ma senza sapere di cosa, come se avessi perso ancora la memoria e sapessi che da qualche parte c’è qualcosa di mio e non riuscissi a ricordare cos’è. Agli altri sembro vera, credo, e se dovessero descrivermi con tre parole lo farebbero, magari ognuno diverse ma non lo troverebbero difficile. L’unica per cui non esisto sono io stessa, non riesco mai a mettermi abbastanza insieme da dire oh eccomi qui. Non ho niente di mio, niente che mi racchiuda abbastanza. Era la mia paura da bambina, guardavo l’acqua o il fumo della legna e pensavo come faccio a sapere che io non sono così? come faccio ad essere sicura che non mi sparpaglio in giro in questo modo? La gente la chiama acqua pensavo, ma l’acqua mica esiste. Avrei fatto la gioia di uno psichiatra, già. Avrei potuto scrivere un trattato di filosofia sulla realtà dell’esistenza e sui suoi predicati, ma avevo solo pochi anni ed un’avversione fortissima per tutto quello che era morbido, sfumato, liquido, cedevole. Le cose per me hanno sempre una provvisorietà traballante e solo agli altri può stupire che una parola possa cambiarmi la realtà ma perchè non capiscono un cazzo. D’altra parte se non c’ho capito niente io in 50 anni non si vede come potrebbero loro.

Questo template ha stufato, diciamolo. Queste stelline verde marcio su questo sfondo verde pisello hanno rotto il cazzo. E dato che ormai siete una folla adorante in mia balìa (come le nuove chiavi di ricerca dimostrano) non opporrete resistenza al cambiamento. Dunque, il nuovo blog probabilmente sarà giallo come ho sempre voluto che fosse. Azzu finora non me l’aveva mai permesso: mi aveva concesso un rosa e persino un arancione, oltre all’azzurro iniziale, mentre lei ha avuto ben due verdi. Ora basta con questi compromessi, io voglio il giallo e lo otterrò. Del resto cosa sono i compromessi? Il fatto che io non abbia praticamente relazioni sociali e la mia vita sociale sia oggettivamente scarsa mi dovrebbe far capire che sono delle cose importanti e che dovrei accettarne qualcuno in più. Secondo azzu, in base al periodo in cui si trova, o non è vero che io non ho una vita sociale oppure è vero "ma basta che ti dai una mossa". Che in due anni siano solo 7 (sette) le persone con cui ho dei rapporti più o meno continuativi che vadano oltre il "ciao" e possano sfociare, quando ci si incrocia, in discorsi da 5-10 min, che non abbia mai ricevuto un invito ad andare, ad esempio, al cinema e che in generale gli inviti ad andare fuori, ricevuti dalle suddette persone, si contino sulle dita di una sola mano, che a lezione sia seduto sempre da solo e sia tra i pochi che non scambia parola con alcuno, ecco, tutto questo dovrebbe farmi pensare che forse la mia vita sociale se non morta sia quantomeno moribonda e che forse azzu non ha tutti i torti quando dice che devo darmi una mossa. Il problema è che le mosse io le ho anche giocate ma non è che servano a molto se di indole sono una persona fatta male, insofferente, asociale e lievemente fobica. Non servono a granché se quello che mi aspetto dalle persone è molto di più di quel che persino io posso dare. Non servono se le persone prese singolarmente possono anche piacermi ma già in gruppi di 2-3 persone cominciano a farmi schifo. Non servono se vedo solo quelli che per me sono i difetti delle persone senza vederne i pregi. Forse la colpa è della grande stima di me che di riflesso si trasforma in disistima verso gli altri e poi, vedendo che nella pratica le cose vanno così, si ritorce in disistima di me stesso che mi rende incapace di nuove relazioni. O forse è solo che non sono capace di fare amicizia, tutto qui. Del resto non sono mai stato normale in questo: non ho mai avuto una "compagnia", non ho mai giocato con piu’ di qualche persona senza litigare, non ho mai frequentato l’asilo e dalla prima elementare in poi sono sempre stato la persona con più assenze durante l’anno perchè "a scuola ci sono troppi bambini, mamma". Mi rendo conto di non essere patologico in quanto ho un bel po’ di belle amicizie e ho anche avuto delle relazioni sentimentali ma penso di avere davvero un serio problema nelle relazioni sociali, per quanto abbia cercato di sottostimarlo o di esagerarlo, a volte. E non è un problema di "numeri", ossia di quante persone conosco, ma di "relazioni", cioè come le conosco e qual è il mio modo di approcciarmi agli altri. Studiare sociologia mi ha fatto cambiare il modo in cui guardo al comportamento altrui: sebbene non abbia mai studiato nulla di ciò direttamente, mi rendo conto solo ora che nel mio ritualismo quotidiano sono molto più differente dalla media delle persone. E ciò che per me è una normale procedura per gli altri può sembrare assurdo e capisco solo ora perchè gli altri si stupivano di alcuni miei comportamenti che ritenevo gli unici possibili. Guardo il mio universo valoriale e comportamentale da fuori, la mia Weltanschauung (scritto giusto?). E che cazzo posso farci se invidio la vita altrui, non potendela agire ugualmente?

Quando andavo a scuola venivo scelta spesso per le parti principali delle rappresentazioni scolastiche, in virtù del fatto che mi piaceva imparare a memoria le cose. Mi infastidivano un po’ i costumi ma non ero una che faceva molte storie, il piacere di passare giorni borbottando tra me canzoni, filastocche o dialogi superava di gran lunga gli altri inconvenienti. Mi spazientivano le esitazioni e le incertezze degli altri e li correggevo spesso, guadagnandomi ovviamente un’antipatia generale che non capivo: l’importante era che le cose venissero fatte bene, mica ero uno psicologo infantile, io. In quinta elementare ho scoperto il tedesco e me ne sono innamorata. Potevo anche non capire mai niente di quello che succedeva attorno a me, ma le parole, quelle sui libri, le capivo.  Questa faccenda, che io non capisco mai le cose così così, o le capisco completamente o non le capisco per niente, è una faccenda vecchia ed una delle prime che ho capito. Bene, ovviamente. Insomma, quando in prima media hanno inziato a programmare il grande spettacolo di fine anno, al quale partecipavano elementri e medie perchè si era tutti una grande famiglia, e quando ho saputo che tra le varie cose c’era la recita di Erlkoenig, non mi è passato per la testa nemmeno per un attimo che non mi avrebbero assegnato la parte del figlio del re. Era mia, era così evidente a chiunque non fosse completamente cieco che trovavo naturale non ci fosse nememno bisogno di dirlo. Questa cosa, di pensare che quello che è ovvio non abbia bisogno di essere detto, mi ha causato numerosi probelemi nella mia vita e non ha ancora smesso di crearmene.  Non mi ha impensierita che nessuno mi desse un foglio con la poesia da studiare a memoria, visto che la conoscevo già e si vede che lo sapevano. Ad un certo punto però ho chiesto, così, perchè fidarsi è bene ma non fidarsi è meglio, la gente è pasticciona, scorda le cose, le confonde. Se ad una cosa ci tieni è meglio che te la fai da sola. Ha riso la professoressa di tedesco, quando le ho chiesto quando avrei provato la mia parte con gli altri.  Poi deve avere visto che non capivo, e mi ha spiegato che quella poesia l’avrebbero fatta quelli di terza media.  Io sono paziente, con le persone, ed educata. So che a volte sono lenti a capire e che bisogna spiegare le cose dettagliatamente,  anche quelle che a te sembrano ovvie, appunto.  Ho spiegato gentilmente che quella parte era mia, ma mica da adesso, da sempre, dalla prima volta che per caso avevo trovato la poesia su di un libro, che l’avevo tradotta con un vocabolario, che l’avevo ricopiata non so quante volte per essere sicura di impararla. Devono esserci state parecchie consultazioni, credo. In Alto Adige le eccezioni non sono cosa gradita e vengono fortemente disincentivate. Che ognuno faccia la sua parte senza discutere o lamentarsi è un obiettivo pedagogico più importante della gerografia, per dire. Sono attrezzati a fronteggiare una bambina che fa capricci, o che piange e strepita. Meno una bambina che li fissa traquillamente e dice io faccio il figlio del re, punto. Subdolamente la prof di italiano, che era evidentemente la psicologa del gruppo, ha fatto appello al mio senso della precisione e mi ha fatto notare che il figlio è un maschio. Fa nulla, ho detto. La prof di ginnastica ha avuto un’idea geniale e mi ha detto che ci sarebbe stato un vero cavallo e che avrei dovuto salirci. Lo so, ho risposto imperterrita. Ero decisa a portare avanti quella commedia per il resto dell’anno scolastico, se era necessario, la gente ha l’abitudine di perdere tempo nelle maniere più stupide ma non è un problema mio.

Ho avuto la aprte, alla fine. Perchè quando una cosa è tua, è tua, e tutto il resto non conta.

Mi sveglio e fa freddo. Non fresco, il freddo delle mattine di fine settembre, gli stessi colori e lo stesso odore nell’aria. Mi alzo infuriata e non so perchè o con chi. Ieri sono stata nel mio bosco e tutto quello che riuscivo a pensare era voglio andare via di qui, non mi sembrava minaccioso od ostile , ma estraneo sì. Lo so ancora cosa devo fare, scrivere questa cazzo di mail alla Tana, trovare questo lavoro, non cedere. Che smettendo gli psicofarmaci sarebbe tornato come un’onda il fragore lo sapevo, ma potrebbe passare prima o poi. Le parole non hanno mai ucciso nessuno che io sappia. Non ho voglia di finire di nuovo lì dentro a brancolare tra astuti account e giochi di parole, quando sono di cattivo umore mi dico elabora il lutto deficente, e fallo in fretta, quando sono di buon umore mi dico eh oh.  L’orgoglio non sarà questa gran cosa ma vorrei sapere a cos’altro ci si può aggrappare. La verità è troppo cruda per essere detta, ogni tanto bisogna accettare che qualche straccio serve per coprirsi, agli altri quanto a me.  Oh ogni tanto mi viene la tentazione di sfidare il mondo sulla sua buona fede, di scrivere un post descrittivo e poi vedere se è vero che nessuno si vergogna, me compresa eh? mica mi tiro fuori. Ma poi qualcuno mi ricorda che non è educato e che non è mica così che si fa, che non è così che funziona il mondo. Funziona sul non detto, sull’esiguo margine dell’interpretazione, se non è tavolo che vuoi ma una sedia chiamala sedia no? tante complicazioni…Ah già che tu sei doc e che con queste cose non ci sai fare..vabbè, ma ti vogliamo bene lo stesso eh? Ora siediti lì sulla tua sedia, sul tuo tavolo, insomma su che cazzo vuoi chiamarlo, e stai zitta.

Io tocco i miei nemici col naso e con la spada,

ma in questa vita oggi non trovo più la strada.

Non voglio rassegnarmi ad essere cattivo,

tu sola puoi salvarmi, tu sola e te lo scrivo:

dev’ esserci, lo sento, in terra o in cielo un posto

dove non soffriremo e tutto sarà giusto.

Non ridere, ti prego, di queste mie parole,

io sono solo un’ ombra e tu, Rossana, il sole,

ma tu, lo so, non ridi, dolcissima signora

ed io non mi nascondo sotto la tua dimora

perchè oramai lo sento, non ho sofferto invano,

se mi ami come sono, per sempre tuo, per sempre tuo, per sempre tuo…Cirano

 

Fry passa lunghi periodi senza scrivere ma si può sempre contare sul fatto che quando è di umore particolarmente solare aprirà il blog e farà un bel post. Io in questo periodo non ho voglia di scrivere o almeno non qui. Ho ripreso il io raccontoteladipenelope che non tiene lontani i Proci ma almeno mi evita di vederli se tengo lo sguado fisso alla tela. La disciplina è ancora la cosa che funziona, posso sempre contare sulla mia testardaggine di mulo e con uno sforzo moderato riesco ad evitare teatralità e commedie. Le ragnatele altrui che nella fantasia mi apparivano come tenaci fili di acciaio che mi avviluppavano e mi soffocavano alla luce del giorno si rivelan per quello che sono, inconsisteti sbavature che un semplice gesto della mano può togliere di mezzo, ma non so se è un bene. Sostituisco il miio linguaggio eroico con quello più prosaico dello swiffer, sarà per questo che non scrivo, per non tediare e non tediarmi. Gli altri mi sembrano pazzi, sinceramente. Ho l’impressione che la loro lucidità mentale li abbia portati così lontani dalle cose e dalla realtà, per non parlare di se stessi, che ogni discorso sul senso e sul significato mi è incomprensibile tanto che una canzone in inglese. Tengo per me i miei pensieri e che gli altri cerchino altrove i loro alibi, per una volta.  Ho la mia collezione d frasi fatte come tutti, ficcata da qualche parte, ed il giorno che non ce la farò più la tirerò fuori, magari, o magari no. So essere una fatina molto dolce o una moglie molto brava all’occorrenza credo, soffrire la competizione essere terapeutica e stare sveglia di notte per i sensi di colpa, non deve essere troppo diffcile. Posso impacchettare la mia vita e scambiarla con un sogno se è proprio necessario, o riciclare un sogno altrui in cambio di un po’ di vita. E amen.

BGM: Arcade Fire – Funeral

Sì lo so che non scrivo da un bel po’ di tempo quassù ma del resto le cose belle sono destinate a finire, non può piovere per sempre, carpe diem e così è la vita, baby. Il mio portatile si sta facendo la vacanza che io mi sono negato per averlo ed ora sono invidioso dei giri turistici che lo han portato da Hong Kong a Shangai per arrivare in Lussemburgo e poi, si spera, in Olanda. Da lì all’Italia il viaggio non sarà poi così lungo. Cosa succede? Sto guardando Friends e non leggo più alcun libro da eoni. Stessa cosa per i film: non ne guardo più uno. In compenso mi piace molto quello che dice Carmelo Bene sull’atto e l’azione e forse in una vita parallela potrei paragonare Goffman e Bene e estendere la metafora teatrale alla teoria dell’azione sociale. Ma sono tutte velleità che rimarranno tali. Ho deciso che da grande farò l’impiegato. E’ un sogno e non si dice sempre che bisogna avere dei sogni? Vorrei anche parlarvi della statistica, questo brutto mostro dagli occhi verdi, ma l’unica cosa che vi direi è che le percentuali sono infide e non bisogna mai fidarsi di esse: un giorno sei il 40%, il giorno dopo puoi arrivare allo 0%. Per tacere del contenuto a cui tali percentuali si riferiscono! Ah sì, ecco la mia reprimenda del giorno: odio le persone che mi dicono "Non hai idee tue, originali: fai solo citazioni" e "Studi troppo". Tacendo sulla seconda per decenza (hey, non era vostro il coro di voci che si levava alle mie spalle che faceva: "sei stato bocciato due volte, perchè non ti ritiri da scuola se non fa per te?") non mi negherò allo scontro sulla prima: vedete, povere testoline di cazzo ignoranti che non siete altro, se vi fa così tanto schifo leggere un libro perchè avete paura che influenzi le vostre, presunte, idee "proprie" che vi hanno costretto a comprare all’ingrosso assieme alla vostra lurida coscienza immacolata, non vedo perchè dovete rompere i coglioni a me. Ok, magari per voi, stupidi morti viventi, inutile ammasso di cellule, se io leggo un libro può sembrare che faccia uno sfoggio superfluo di cultura. In realtà spiegarvi che le idee non nascono dal nulla e che tutto ciò che voi avete pensato è già stato pensato è inutile. Inutile perchè il vostro agglomerato melmoso che tendete a chiamare cervello rifiuterà questa informazione come rifiuterà di leggere libri per paura di scovarvi cose troppo avanti per voi. Altrettanto inutile sarà spiegarvi perchè leggere potrebbe aiutarvi a comprendere di più le cose che vi accadono intorno e quella stupida caciara che voi avete l’abitudine di chiamare vita. Deve essere scioccante scoprire di essere mediocri! Ok, ho sentito la necessità di fare la mia reprimenda in seguito a varie discussioni avute con persone che, in seguito ad una delle due frasi – o alle loro varianti – mi hanno fatto girare le palle. Detto questo potrei chiudere qua il post. Giuro che riprendo a scrivere.