Poichè io credo nella genetica ho passato la vita ad evitare virtuosamente bische, sale gioco, slot machine e perfino sale bingo. Vabbè, con una trascurabile eccezione per il mio anno sabbatico a padova, ma ero così squattrinata che al massimo potevo puntare 3 turni piatti e quindi il demone del gioco non era così ansioso di affondare i suoi artigli su di me. La virtù faceva ormai così parte integrante della mia persona che per un anno non ho nemmeno mai aperto il programma di poker installato sul mio pc da un incauto figlio ed anzi, se entravo nella stanza mentre giocava distoglievo pudicamente lo sguardo. Se per caso commentava ad alta voce le sue mani, distoglievo la mente e mi concentravo sul mantra di noi virtuosi, l”Omino Bianco toglie le macchie anche a 30 gradi.
Poi ho pensato che potevo provarlo, tanto quell’aggettivo, virtuale, mi avrebbe messa generazionalmente al riparo dal rischio di capirci qualcosa. Inoltre al terzo tornero mi sono detta azzu, se sei abbastanza dignitosa da non taggare nessuno e se hai abbastanza forza di volontà da resistere alla tentazione di sapere Quale tipo di Puffo sei?, vuoi che foldare la mano non sia un deterrente abbastanza potente? Vuoi che la sola possibilità di checkare dopo Cowboyjimmj non sia sufficente a farti smettere, per sempre, di aprire un programma?
Per ora, ho deciso che non giocherò mai di mattina. Non prima delle 11,30, comunque.