Oggi sono andava a visitare questa Manifesta, che già quando c’è scritto "intende promuovere nuove idee e forme dell’arte" uno lo sa cosa lo aspetta ma insomma sono fatta così, assetata di cultura e non posso farci nulla. Bisogna dire che la location (….) è una vecchia fabbrica della metà dell’ottocento, un edificio bellissimo che valeva da solo la visita. Per il resto, le solite cose. Gli artisti erano quelli vestiti peggio di tutti come ai miei tempi, magari è una forma di pudore estremo che gli impedisce di esibire tutto quell’innato buongusto in una cosa così volgare come i vestiti, non saprei. Poi le opere dei giovani artisti devono sempre essere cupe ed emanare un profondo senso di angoscia e di tragedia incombente, come se da un minuto all’altro l’iphone potesse scivolarti per terra e smettere di funzionare. Una cosa positiva è che nelle mostre moderne non mancano mai i video e, a parte qualche suono lacerante improvviso o degli spifferi di aria gelida puoi sederti un momento e toglierti le scarpe. Alle 5 c’era una visita guidata per i vecchi rincitrulliti con qualcuno che gli spiegava l’arte ma io ormai non ne ho più bisogno, vedo a colpo d’occhio dove posso sedermi e dove no e non indosso più il cappotto del guardiano pensando che sia un’opera interattiva. L’arte è impegno ed apprendimento, come tutto.