Provo a rispodere ad Entj sul discorso religione. Ci sono due aspetti, che ovviamente poi si intrecciano tra di loro. Il primo è quello individuale, psicologico della Fede.  Lo so, credere a qualcosa di sovrannaturale sembra del tutto contrario alla razionalità ed al buon senso: in realtà tutti crediamo in una serie di entità "non dimostrabili", la morale, l’etica, il potere, l’amore, l’onestà intellettuale. Sono tutti concetti che puoi ricostruire dai loro effetti, la cui esistenza puoi dedurre dai comportamenti, ma di per sè non sono scentificamente dimostrabili. Quindi se dovendo prendere una medicina tutti noi (ehm, quasi tutti) preferiamo un farmaco la cui efficacia è scientificamente provata piuttosto che il rimedio di uno stregone, è altrettanto vero che ci sono sfere della nostra vita in cui agiamo in base ad una Weltanschaaung, la cui fondatezza scientifica è pari a quella della fede. Ora è pur vero che la fede religiosa ha dato luogo, permesso, l’istituzionalizzazione delle chiese con tutte le conseguenze che conosciamo, ma è come dire che una visione comunista ha permesso le dittature comuniste, o che la fede nella supremazia ariana ha permesso l’olocausto.

Inoltre quello che volevo dire è che ad esempio le nostre relazioni, la nostra vita relazionale, è basata su "assunti" soggettivi  che poco hanno a che fare sia con l’evidenza sia con la dimostrabilità; ora questi comportamenti, che noi riteniamo di diritto di poter sottrarre alla sfera della razionalità e che rinchiudiamo gelosamente nel privato, in realtà conformano e vengono conformati dal sociale. Per dirti, più che insegnare l’evoluzionismo, io nelle scuole renderei obbligatorio l’insegnamento della sociologia.