Detesto gli adulti bambini eternamente imbronciati, che ti strappano in malo modo il giocattolo di mano perchè non è quello giusto, non è il colore giusto, non è delle dimensioni giuste, non è la marca che avevano detto. Li detesto così tanto che non posso, davvero, vedermi così o anche solo correre il rischio che sia proprio quello che sto diventando. Gli altri possono parlare di chimica o di quello che è, di punti di vista, della realtà che rimane uguale a se stessa. Io so che non posso, semplicemente non posso, non rimanere fedele a me stessa. Una caricatura no, per favore. Il mappamondo no, per piacere. La fata invecchiata male che tiene la vita in ostaggio…l’ho scritta tanti anni fa quella poesia, in tempi non sospetti, una specie di scongiuro, di monito. Inutile far finta che la vecchiaia non esista o che la si possa ingannare, inutile pernsare che la si possa mettere in scacco con l’autoironia. O riesci a far invecchiare te stesso o, per far invecchiare una parodia, non ne vale la pena. Non è nemmeno un buon esempio, per dire. Non siamo Dorian Gray, o almeno io non lo sono. Mi gracchiano nelle orecchie le mie parole, le mie lettere, i post gentili. Magari è per questo che le ragazze se ne sono andate, troppo rumore, troppa volgarità.

E dietro ai microfoni porteranno uno specchio
per farti più bella e pesarmi già vecchio
tu regalagli un trucco che con me non portavi
e loro si stupiranno
che tu non mi bastavi.