Ieri guardavo Marco che raccontava perchè non può andare là e pensavo l’empatia, certo, come no. L’ho capito finalmente come funziona ‘sta faccenda ed in effetti lo riconosco, sono circondata da persone empatiche più numerose dei parcheggi a striscie blu: è sufficente decidere cosa pensano gli altri e poi alzare la mano strillando io lo so! io lo so!. Qui sanno tutti tutto. Sento persone stilare profili di personalità altrui come fossero la rubrica Dimmi di che segno sei: cosa l’altro pensa, cosa vuole davvero, i suoi meccanismi difensivi, come vive l’amore, i rapporti con gli altri, i suoi bisogni più profondi. Tralasciano la voce salute ma nemmeno sempre. E’ un vizio radicato e trasversale, quello dell’ io ti conosco.
Non conosci un cazzo, verrebbe da rispondere. Nessuno conosce un cazzo. Smettila di sbavarmi addosso la tua presunzione da sciamano di periferia, non sono la tua buona azione quotidiana. Piuttosto dammi un centesimo per ogni volta che hai pensato ma è per il suo bene e lasciamelo spendere come voglio. No, non sai un cazzo.