"Chi ti credi di essere?" è una frase che nessuno mi ha mai detto a voce alta ma che sospetto in molti abbiano pensato. In realtà io non ho affatto l’impressione di avere fatto della mia vita un capolavoro (nè tantomeno di me stessa, avessi il concetto di lavorare duro su se stessi): al massimo, e nemmeno sempre, ho la speranza di essere riuscita a non farne una stucchevole estranea. E se ho invece l’impressione che la maggior parte delle persone non ci siano riuscite non è tanto perchè sono furiosamente presuntuosa ma perchè me lo dicono loro. Non so se le persone si rendano conto che spesso parlao della loro esistenza con lo stesso tono con cui si giustifica, e ci si giustifica, davanti agli altri di un figlio riuscito male.  Ma di un figlio secondo me ci si innamora sempre a meno che non ci si ostini a considerarlo solo il nostro privato laboratorio artistico.  Un figlio è la meraviglia su cui, grazie al cielo, non puoi mettere le tue impazienti mani, pare poco? E non mi sembra che la vita sia qualcosa di molto diverso, a conti fatti.